Se avete voglia di leggere qualcosa di nuovo, potete optare per l’ultimo romanzo di un’autrice manerbiese. Elena Ungari, nata nel 1967, lavora come traduttrice per l’Università Cattolica di Brescia. In questo stesso ateneo, si è laureata in Lingue e Letterature Straniere nel 1991, dopodiché è diventata docente di Lingua inglese alla Facoltà di Lingue della medesima università. Nel 2006, ha conseguito il PhD (ossia il dottorato) all’Università di Lampeter, in Galles. Ha pubblicato diversi articoli accademici e un libro sulla letteratura postcoloniale australiana. Ha collaborato con “Il Giornale di Brescia” per le pagine di cultura, cronaca ed economia dal 1992 al 2006. Dal 2011 al 2020, ha presieduto la LUM, la Libera Università di Manerbio. Il suo racconto breve “Cara mamma” (2019) ha ricevuto una menzione particolare a un concorso indetto dalla Croce Bianca di Brescia. Nel 2021, per i tipi del Gruppo Albatros Il Filo, ha pubblicato il suo primo romanzo, “All’ombra dell’oleandro rosa”.

            Nel 2023, è tornata alla carica con “Il sole beffardo”, stampato dalla medesima casa editrice. Il romanzo è stato concepito nei giorni bui della pandemia e (forse proprio per questo) racconta una storia di rinascita e ritorno alla voglia di vivere. Vista la biografia dell’autrice, non ci stupiamo di vederlo ambientato nel suo beneamato Regno Unito. La protagonista è Mrs. Caroline Grant: una donna matura, colta e benestante. Dopo il divorzio, vive unicamente in compagnia della governante, Betty. Ha una vita confortevole e si dedica a un’associazione culturale. La sua unica figlia, Kitty, studia all’università di Oxford. Vede regolarmente le amiche, impegnate in professioni altamente qualificate. Non le manca alcunché… forse, solo un po’ di slanci e di emozioni.

            Questo quadretto così statico viene però turbato in uno dei peggiori modi possibili: Kitty muore in un incidente d’auto. Questo getta Caroline in una profonda depressione. Persino il sole le sembra beffardo, perché osa splendere sul suo dolore. Eppure, pian piano, la donna comincia a uscire dal baratro del lutto. Si tratta di piccoli passi: una cena, un tè con le amiche, una visita alla vecchia stanza della figlia… Si riavvicina all’ex-marito, ritrova affetti vecchi e ne scopre di nuovi. Riuscirà Caroline a ritrovare il gusto per la vita, dopo la sua tragedia? Il sole smetterà di essere beffardo per lei?

            Quel che è certo è che la protagonista del romanzo riscopre qualcosa di preziosissimo che rischiamo di perdere ogni giorno: l’importanza vitale delle relazioni umane. Barbara Alberti, nella prefazione all’opera di Elena Ungari, accenna ai romanzi in cui l’autore si confessa quasi per conto del lettore. Aprendo le pagine giuste, si può smettere di sentirsi soli e “strani”. Anche leggere una storia di dolore e di perdita può aiutarci a non crederci isolati nelle nostre amarezze, a renderci conto che altri hanno percorso la stessa strada – e che, come loro, possiamo tornare “a riveder le stelle”.