La vita trionfa sempre.

Dopo mesi di buio totale, l’ospedale di Manerbio ha di nuovo visto la luce nelle scorse settimane quando, in sole 24 ore, sono nati sedici bambini.

Un record che suona come un segnale di speranza e di nuova linfa vitale tra i corridoi di uno dei nosocomi più presi d’assalto durante il periodo intenso della pandemia da covid 19. 

Otto femmine, sei maschi e due gemelli hanno dato molto lavoro, in poco tempo, al personale medico del presidio ospedaliero che è stato costretto a ricorrere ai lettini di scorta. 

Agli otto fiocchi rosa e ai sei azzurri che hanno popolato il nido, si è aggiunto anche un altro maschietto non previsto. 

L’ultimo nato, che era atteso con il suo gemellino con un parto cesareo programmato, poche ore prima che i medici intervenissero, è venuto alla luce, a sorpresa, naturalmente. 

Tante nascite in poche ore non si registravano da tempo e oggi questi parti hanno il sapore della ripartenza. Dalla direzione del reparto di ostetricia e ginecologia fanno sapere che questi neonati oggi assumono un significato particolare anche se il periodo resta tuttavia molto delicato dal punto di vista sanitario. 

I padri possono assistere al parto ma non venire a trovare le compagne, mogli e figli nei giorni successivi. Restrizioni che sono state comunque ben accolte dalle famiglie consapevoli che si tratta di misure necessarie per evitare un riaccendersi della pandemia. 

I sedici neonati sono stati seguiti, nelle ore successive alla loro nascita, da altri quattro bambini che hanno completamente riempito il nido. 

Ricorrere alla culle di scorta è stato un evento davvero eccezionale in un ospedale in cui fino a circa otto anni fa nascevano intorno ai 1250 bambini l’anno. Si è assistito poi ad un drastico calo dei parti. Oggi invece le nascite sono circa 800 ogni anno e nei primi sei mesi del 2020 sono venuti alla luce 370 bambini. Si tratta di numeri maggiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e anche tra marzo e aprile si è assistito a un numero superiore di nascite rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Proprio all’ospedale di Manerbio, il 23 febbraio scorso, si era rivolto il primo paziente bresciano affetto da Covid 19, un 51enne di Pontevico, poi trasferito al Civile. 

Il giorno dopo, una dottoressa del reparto di ginecologia era risultata positiva.  

Le numerose nascite arrivano, quindi, a portare speranza in uno dei territori della Lombardia più colpiti dal Coronavirus, dove le misure anti pandemia restano ancora in vigore e le notizie che arrivano ogni giorno ancora non consentono di abbassare la guardia.

Ma l’arrivo di tanti bambini autorizza a credere in un segnale di buon auspicio per il futuro. 

Barbara Appiani