L’invecchiamento cerebrale è una condizione fisiologica anche se soggettiva, ovvero che può variare da soggetto a soggetto. Fortunatamente non sempre l’invecchiamento anagrafico porta con sé problemi di demenza, ma con il passare degli anni esiste una probabilità maggiore di incorrere in problemi cognitivi. Tuttavia, anche in giovane età è possibile contrarre questo tipo di problema che può variare in termini di entità e gravità. Al Poliambulatorio Minervium di Manerbio è possibile rivolgersi al Dott. Alessandro Alvaro Olivetti, medico geriatra che sottoporrà il paziente ad una serie di accertamenti per evidenziare precocemente una eventuale condizione di compromissione cognitiva. Il Mild Cognitive Impairment (MCI) – compromissione cognitiva lieve o disturbo neurocognitivo minore – è una condizione diagnosticata agli individui che hanno deficit cognitivi che sono maggiori rispetto a quelli che statisticamente si possono aspettare per la loro età e istruzione, ma che non interferiscono significativamente con le loro attività giornaliere.  

Lo si considera come la frontiera o stato di transizione tra l’invecchiamento normale e la demenza. Anche se il MCI si può presentare con una grande varietà di sintomi, quando la perdita di memoria diventa il sintomo predominante spesso lo si definisce “MCI amnestico” (a-MCI) e viene visto frequentemente come un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer. La diagnosi di MCI si esegue quando esiste evidenza di un consistente deficit cognitivo, le funzioni cognitive generali sono preservate e la persona è comples-sivamente autonoma nelle attività della vita quotidiana. Esiste una crescente evidenza che suggerisce che anche se i pazienti amnesici con MCI possono non soddisfare i criteri neuropatologici per la malattia di Alzheimer, potrebbero tuttavia trovarsi in uno stato di transizione di questa patologia in evoluzione. Si hanno crescenti dimostrazioni di come la risonanza magnetica possa osservare il deterioramento cerebrale, includendo la perdita progressiva di materia grigia nel cervello, dal “mild cognitive impairment” fino alla malattia di Alzheimer conclamata. Una tecnica nota come la PET viene utilizzata per mostrare i siti e le forme dei depositi di beta-amiloide nel soggetto vivente utilizzando un marker radioattivo che si lega selettivamente a questo tipo di depositi. Oltre al trattamento farmacologico è fondamentale anche una terapia non farmacologica riabilitativa (esercizio fisico) e la stimolazione cognitiva con allenamento cognitivo. “Queste tecniche” spiega il Dott. Olivetti “possono aiutare molto nell’assistenza alla ricerca clinica per ottenere e perfezionare nuove terapie che stanno dimostrando grade validità. Si tratta di nuovi farmaci oggi impiegabili in clinica per lo studio delle placche di beta amiloide. Inoltre è molto utile uno stile di vita sana basato su una buona attività fisica e su una serie di tecniche di stimolazione cognitiva. La diagnosi precoce resta un’arma insostituibile per modificare positivamente il corso della malattia”. Il Dott. Alessandro Alvaro Olivetti riceve su appuntamento presso il Poliambulatorio Minervium in via Giuseppe Verdi, 64 a Manerbio – Tel. 030 9937552

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Barbara Appiani