Anche Manerbio rientra nei comuni bresciani – tra i quali il capoluogo – dove si effettuano test sierologici gratuiti ad un campione di popolazione. 

E’ quanto disposto da Regione Lombardia, in collaborazione con l’Ats di Brescia e della Montagna, che ha avviato una campagna di screening per verificare la circolazione del Coronavirus in 16 comuni bresciani e nella Valcamonica.

Prelievi del sangue e tamponi vengono effettuati insieme e in caso di positività al test verrà processato anche il tampone. 

Si tratta di test sierologici gratuiti a cui viene sottoposto un campione di cittadini di età compresa tra i 65 e i 74 anni ovvero la fascia di popolazione più vulnerabile al virus. 

A Manerbio rientrano in questa lista 1393 cittadini e tra questi l’Ats ne ha individuati 673 da sottoporre allo screening. 

L’indagine coinvolge complessivamente 14 mila cittadini bresciani.

Ad essere chiamati a questo screening oltre a Manerbio altri 15 comuni, tra i più colpiti della provincia: Orzinuovi, Verolanuova, Borgo San Giacomo, Palazzolo sull’Oglio, Borgosatollo, Cazzago San Martino, Pontoglio, Capriolo, Chiari, Carpenedolo, Bagnolo Mella, Pontevico, Ospitaletto, Concesio e Brescia. 

“L’obiettivo dell’analisi – spiega l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Galleraè quello di verificare la circolazione del virus Sars-Cov2 nei Comuni maggiormente colpiti dall’epidemia e nella fascia di popolazione più vulnerabile. Sul territorio dell’Ats di Brescia è stato selezionato un campione rappresentativo di 13 mila cittadini”. 

“Il campionamento – spiega il direttore generale Claudio Sileo sarà effettuato tenendo conto (nei Comuni con più di 5.200 abitanti) del numero in valore assoluto di casi positivi e di morti Covid, oltre che del tasso di casi positivi e di morti rapportato alla popolazione”. Vengono effettuati circa 300 test al giorno dal lunedì al venerdì e 150 il sabato: nel caso in cui l’esito al sierologico sia positivo si procederà automaticamente alla processazione del tampone, con risultato il giorno successivo.

Le prenotazioni vengono gestite direttamente dal call center regionale in collaborazione con i Comuni. L’auspicio è che questa fase di screening sia davvero l’ultima di un periodo infernale. 

Manerbio ha pagato un prezzo di vite molto alto: 45 i decessi e 220 le persone risultate positive al covid 19 (dato aggiornato al 29 giugno scorso). 

Nella cittadina della Bassa Bresciana è stata una triste escalation di morti, prevalentemente uomini di età compresa tra i 65 e i 75 anni. 

Uno tzunami che dal 23 febbraio scorso ha rallentato la sua corsa solo agli inizi di maggio.  

E a tre giorni dal paziente 1 – il 38enne di Codogno – il covid ha fatto la sua prima comparsa anche nel bresciano. 

Si è trattato di un 51enne dipendente  della cooperativa il Gabbiano di Pontevico. Sono scattate quindi le prime procedure di sicurezza. Per un progetto scolastico, il primo contagiato bresciano era stato in una classe di quinta elementare alla statale di Manerbio. 

L’Ats ha provveduto a chiamare le famiglie degli alunni. 

Per loro, per i fratelli e i genitori è scattata la quarantena. 

Fortunatamente nessuno è stato contagiato e quando l’incubo sembrava finito, è arrivata la notizia della chiusura delle scuole fino a data da definirsi. 

A neanche 24 ore dal primo caso bresciano è poi arrivata la notizia di una dottoressa dell’ospedale di Manerbio risultata positiva al tampone. E’ stato in questo momento che anche nel bresciano è cresciuta la consapevolezza di un nemico che si stava diffondendo sul territorio. Il resto è storia ben nota. 

Barbara Appiani