Un racconto tra musica e teatro, per riflettere in occasione della ricorrenza del 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. L’evento, svoltosi nella serata di domenica 26 presso la sala civica cittadina, ha visto un’intensa partecipazione da parte della cittadinanza.
Uno spettacolo voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale (presente anche la presidente del Consiglio Roberta Martinelli) nella persona dell’assessore ai Servizi Sociali Elena Belleri; queste le sue sentite parole in apertura di serata:
«Tengo molto a questo evento; ad oggi sono 106 le donne che nel 2023 hanno perso la vita. Amore significa proteggere, rispettare e volere il bene della compagna che ci sta accanto. L’omicidio di Giulia Cecchettin è stato una tragedia. Se vedete comportamenti particolari in un uomo o ragazzo, non tacete! Oggi la violenza ed il rispetto mancano sempre più non, solo nei confronti delle donne, ma anche dei bambini, dei disabili e degli anziani. La parola rispetto deve avere un valore primario.
La serata è dedicata a tutte le donne che hanno perso la vita e ci auguriamo che questo problema sociale possa finire. Come Comune di Rovato facciamo il possibile grazie al lavoro di tre assistenti sociali molto competenti. Qualunque donna in difficoltà può venire in Comune a raccontare i propri problemi in totale sicurezza perché c’è il segreto professionale. Le aiutiamo in qualsiasi modo e, soprattutto, le proteggiamo. Ricordate tutti che esiste il 1522, il numero istituzionale anti violenza e stalking, per qualsiasi emergenza in tal senso».
La dott.ssa Michela Marini della “Rete di Dafne” (associazione di volontari che insieme alla rete inter-istituzionale “Aria” costituisce il centro antiviolenza di tutto l’ovest bresciano) ha spiegato il funzionamento del centro antiviolenza. Attualmente gli sportelli di Dafne si trovano in 4 comuni: Iseo, Palazzolo, Chiari e Orzinuovi. Allo sportello vi sono volontarie formate per accogliere le donne che hanno bisogno di aiuto e poter ascoltare le loro storie.
Quando una donna chiama, tramite i numeri diretti di Dafne o tramite il 1522, le volontarie la ascoltano senza giudizio. Una volta che decidono di uscire dalla violenza, vengono prese in carico da professioniste dell’associazione: psicologhe, assistenti sociali, avvocate, mediatrici culturali. La denuncia, il rivolgersi al centro antiviolenza, non è semplice ed è per questo che è previsto un percorso di sostegno e accompagnamento che poi aiuti la persona a reinserirsi nella società; per esempio: nel mondo del lavoro, a raggiungere un’indipendenza economica, a rientrare nel tessuto sociale.
«Oltre allo sportello – ha spiegato la dott.ssa Marini – c’è tutto un lavoro di sensibilizzazione e partecipazione ad eventi pubblici, ad interventi di educazione e sensibilizzazione nelle scuole, per parlare il più possibile di questi temi legati alla violenza di genere».
L’invito rivolto a tutti è quello di chiedersi: cosa possiamo far per ridurre la violenza nel quotidiano?
Possiamo porre attenzione al linguaggio cercando di non usare termini discriminatori, offensivi; fare attenzione quando minimizziamo o non crediamo a qualcuno o qualcuna che dice di aver subito violenze; far presente a chi usa un linguaggio poco rispettoso che forse questo va cambiato. Cercare quindi di combattere la violenza e la discriminazione a partire dal quotidiano, per poi passare a dare sostegno a chi ci chiede aiuto facendo anche conoscere, a chi non è informato, che ci sono i servizi sul territorio e che, ascolto e sostegno, sono possibili quando vengono richiesti.
Lo spettacolo è stato emozionante ed originale; un progetto dal nome “Raccontami una donna”, portato avanti dal gruppo “Trait d’union” con l’intento di sensibilizzare, intrattenere e far riflettere sul tema della violenza di genere. Canzoni famose di grandi artisti donne interpretate dalla bravissima Sara Bondoli e intervallate dai monologhi recitati da Susanna Zanolli (autrice e regista), che raccontano momenti di vita e storie di donne che hanno subito violenza fisica, psicologica ed infine sono state anche uccise. Una rappresentazione intensa e coinvolgente, grazie anche all’accompagnamento della band: Gennaro D’Amicis alle tastiere, Marco Renzi alla chitarra, Davide Moroni alla batteria, Frank Danesi alla chitarra, Pierluigi Rolfi al basso e, Nadia Veneziani e Maurizio Pini voci coriste.
Purtroppo la violenza di cui sono piene le cronache non si potrà mai eliminare del tutto; il fatto che se ne parli, grazie anche ad eventi come questo, permette alle persone di fermarsi un attimo a pensare, con la speranza di generare una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale.
Emanuele Lopez