Egregio Direttore, in questi giorni si sta diffondendo in tanti comuni italiani la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, attribuitagli nei lontani anni ‘20. Era il 18 maggio del 1924 quando anche a Manerbio, durante una manifestazione di massa, il segretario del Fascio locale Carlo Migliorati conferì la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, leggendo anche il telegramma del commissario prefettizio Stagnani, che dedicava la cittadinanza al “Duce magnifico, giovinezza italica, restauratore forte valori stirpe nostra, perfetta incarnazione romane virtù.” Tutto di una piaggeria stomachevole e di un servile incensamento. Ad un tratto, però, dopo quasi cento anni, molti comuni italiani si sono resi conto solo adesso di che personaggio avevano come concittadino onorario e sono corsi ai ripari con un documento sottoposto ai loro Consigli Comunali in cui si chiede la revoca di quella vergognosa cittadinanza. Da parte degli oppositori di questa pratica liberatoria si afferma che con questa decisione si voglia cancellare la “Storia” di un Paese. Al contrario, si vuole ridare dignità a questo tipo di onorificenza comunale! Certo, la revoca è solo un atto simbolico verso un oscuro passato, ma vuol essere soprattutto una conferma, per il presente e per il futuro, del rifiuto di ogni forma di odio e di discriminazione razziali, secondo quanto affermato dalla nostra Costituzione. Anche a Manerbio è opinione ormai largamente diffusa che sia necessario arrivare a rifiutare di essere concittadini di questo dittatore liberticida e a far votare dal Consiglio Comunale la sua “cancellazione definitiva”. L’attuale Amministrazione manerbiese è ormai agli sgoccioli del mandato ed attualmente sembra stanca e poco brillante nelle iniziative. Quale altra occasione allora per farla rivitalizzare con questa testimonianza di antifascismo, necessaria quanto mai in questo periodo caratterizzato da negazionismi, simpatie e richiami nostalgici al Ventennio di triste memoria? Occasione d’oro, dunque, anche per il sindaco, per farlo uscire in bellezza, dando un segno, in particolare alle giovani generazioni, perché non abbiano più a ripetersi gli orrori della violazione dei diritti umani, della segregazione razziale e dello sterminio di un popolo. Tutto questo in omaggio al nostro essere “uomini liberi” contro ogni dispotismo e tirannia. Coraggio, sindaco Alghisi!
Luigi Andoni e altri pensionati antifascisti