Il primo semestre del 2022 è stato caratterizzato da una netta ripresa della mobilità e come conseguenza anche dell’incidentalità stradale, dopo gli anni in cui la pandemia ha visto la sua fase più acuta. Pertanto, rileva uno studio Istat-Aci, secondo le stime preliminari, nel semestre gennaio-giugno 2022 si registra, rispetto allo stesso periodo del 2021, un aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (81.437, pari a +24,7%), dei feriti (108.996, +25,7%) e delle vittime entro il trentesimo giorno (1.450, +15,3%). Come atteso, il report Istat-Aci rileva che l’incidentalità stradale risulta in aumento anche rispetto al primo semestre 2020 (incidenti +64,3%, feriti +63,0%, vittime +43,2%).

In Provincia di Brescia, dove l’inizio del 2022 è stato sconvolto dal tragico incidente accaduto in territorio di Rezzato, con la perdita di cinque giovani vite tra i 17 e i 22 anni, al 20 ottobre di quest’anno le vittime della strada sono 57, di cui ben 12 di età compresa tra i 15 e i 21 anni, circa il doppio rispetto al 2019 e al 2021 (rispettivamente 6 deceduti e 7 deceduti nella medesima fascia di età). Negli anni Duemila la Provincia aveva affrontato il problema dell’incidentalità stradale giovanile, allora molto grave, con una serie di campagne di sensibilizzazione, che, coordinate ad una robusta stagione di attività educative nelle scuole secondarie di secondo grado, aveva permesso nel giro di qualche anno di ridurre drasticamente l’incidentalità giovanile in strada. Con riferimento a tale precedente, l’Associazione “CONdividere la strada della vita”, riferimento territoriale dell’“Associazione italiana familiari e vittime della strada”, ha coinvolto la Provincia in una nuova riflessione sulle possibili modalità di sensibilizzazione.

Da qui prende le mosse l’elaborazione della campagna, rivolta in particolare ai giovani tra i 15 e i 21 anni, ed il tema prescelto legato alla tecnologia. Tutti noi ci siamo abituati ad affrontare la frenesia dei nostri giorni esercitando un costante multitasking. In questo le tecnologie multimediali e la comunicazione via social offrono un supporto molto efficace: siamo abituati a parlare al telefono e allo stesso tempo controllare le email, fare la spesa o il bucato, controllare la nostra immagine nello specchio, cercare una ricetta per la cena e così via. Per i ragazzi è una sorta di automatismo per cui è quasi impensabile fare una cosa sola per volta, soprattutto rinunciando alla possibilità di restare in contatto con i coetanei. È quindi comprensibile che quando si mettono alla guida, i nostri giovani non diano affatto per scontato che sia indispensabile disporsi ad annullare le comunicazioni, anche solo con un rapido messaggio vocale e mettere da parte i propri dispositivi per focalizzarsi unicamente sulla strada.

La campagna – di cui riportiamo una immagine – si focalizza quindi sulla distrazione e in particolare sull’utilizzo del telefono alla guida. L’immagine menziona in modo esplicito l’abitudine ad usare lo smartphone alla guida, non solo nella grafica (che richiama le schermate dei sistemi di messaggistica), ma anche nel contenuto dello slogan. Il pericolo mortale viene evocato in modo intenso e suggestivo, senza però utilizzare scene o linguaggi minacciosi e concreti che facilmente muoverebbero nei ragazzi difese di evitamento e negazione. La speranza è che la campagna raggiunga presto i suoi obiettivi e porti una maggiore consapevolezza alla guida dalla parte delle nuove generazioni.

Mauro Ferrari