Alberto Piva, già candidato alla carica di Sindaco con la sua lista civica “Rovato Capitale” alle ultime elezioni amministrative (dove ha raccolto il 4% dei consensi) interviene, in qualità di personal trainer e dunque di addetto ai lavori, con un’amara considerazione rispetto alla situazione del settore sportivo durante il Covid.

“Mi trovo – afferma Piva – purtroppo a dover constatare, con amarezza, come tutto il settore sportivo, sia stato fino ad oggi, completamente abbandonato e penalizzato dalla politica. 

Lo sport rappresenta un importante valore educativo della nostra società, in quanto abitua a trovare quell’equilibrio psico fisico attraverso l’impegno, la disciplina e lo stile di vita.  

Per non parlare poi dell’importanza che riveste per la formazione dei giovani.

Eppure, tutto questo, sembra non contare nulla per la politica. 

Ne abbiamo avuto l’ennesima conferma con la mancata riapertura degli impianti sciistici”

Dati alla mano, quel che afferma Piva è un problema concreto: circoli sportivi avanti a scartamento ridotto, palestre chiuse, atleti, istruttori e allenatori, costretti al riposo forzato, società sull’orlo della crisi: l’emer-genza sanitaria sta ulteriormente mettendo a dura prova la tenuta del mondo dello sport. 

A tutti i livelli, dall’attività di base e amatoriale all’agonismo giovanile fino agli eventi clou delle massime serie, che ancora resistono (grazie alla Tv) nonostante l’assenza di pubblico.

Nonostante sia considerato da molti un settore marginale, lo sport nel suo complesso in realtà va immaginato come una grande azienda (in Italia vale l’1,7% del Pil del Paese, in base alle stime del Coni, quindi 30 miliardi di euro. 

Se si considera anche l’indotto, il valore raddoppia a 60 miliardi). 

Un universo, attorno al quale ruotano migliaia di persone, stipendiate. 

Non si pensi solo al calcio o a chi milita nelle massime serie, ma anche a fisioterapisti, allenatori e istruttori delle giovanili, preparatori atletici, addetti alla comunicazione di tutte le discipline sportive impropriamente definite “minori”, che vivono, magari con poco, aggrappati a questo mondo. 

Stesso discorso per le tante associazioni impegnate nelle ore pomeridiane a dare i primi rudimenti sportivi ai bambini, avviandoli a basket, volley o calcio, judo, ginnastica o scherma oppure sci e così via. 

“Per dirla – continua Piva – alla Cicerone, mi chiedo “quousque tandem”?

Cioè fino a quando durerà questa mancanza di considerazione verso il comparto sportivo? Addirittura, e credo che l’abbiano notato in molti, nel governo Draghi non è stato nemmeno nominato il Ministro dello sport. 

Mentre molte attività, seppur a singhiozzo, hanno riaperto, quelle collegate alla pratica sportiva sono ancora in attesa, in attesa di un atto di clemenza che consenta a migliaia di famiglie di tornare a vivere. 

Non sono certo un negazionista ed ho sempre un pensiero riverente per le vittime e le loro famiglie, sia ben chiaro, solo vorrei essere sicuro che, oltre ai proclami ed alle chiusure, vi siano anche delle idee definite e dei piani concreti, da parte della politica, per affrontare il problema pandemia. 

Il direttore d’orchestra è cambiato, ma i musicisti, per la maggior parte, sono gli stessi”.

Per concludere le sue considerazioni chiosa il personal trainer “trovo più che mai appropriato citare una frase che Charles de Gaulle, Presidente per 10 anni della Repubblica Francese, amava ripetere spesso: la politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici”.

Mauro Ferrari