Viene dal Consigliere regionale Claudia Carzeri e dall’Assessore Comazzi un interessante spunto per la semplificazione della normativa riguardante l’edilizia sociosanitaria. La proposta nasce in seguito alla pubblicazione del dottor Vincenzo Lanzoni relativa alle esigenze di ampliamento delle strutture sociosanitarie residenziali e semiresidenziali, esigenza che si è fatta fondamentale per le comunità soprattutto dopo la pandemia Covid ma anche sempre più complessa sia dal punto di vista normativo che economico. Lanzoni, consulente in sviluppo di servizi sanitari e sociosanitari, ha delineato nei suoi scritti una semplificazione ad hoc per il settore, sul tema dei nuovi ambienti per l’ampliamento degli edifici che svolgono attività di residenza per disabili (Rsd), per anziani (Rsa), per le dipendenze o per la salute mentale e di rivedere e ripensare la norma urbanistica per consentire agli operatori del settore di poter realizzare nuove zone dedicate ai loro utenti, anche in aree attualmente non edificabili per leggi vincolanti e limitanti. Un passaggio essenziale che consentirebbe all’intero comparto sociosanitario di sfruttare al meglio terreni adiacenti o limitrofi alle strutture, permettendo una maggiore possibilità di risposta alla crescente domanda di fruire dei servizi da parte di cittadini che, dati alla mano, diventano mediamente sempre più fragili e con diversi tipi di cronicità da curare. Stesso discorso vale per edifici già presenti nelle vicinanze di Rsa, Rsd, strutture per la salute mentale o per le dipendenze, magari inutilizzati, che potrebbero vedere un migliore e più efficiente utilizzo, andando a favorire anche un processo di sostenibilità ambientale e di miglior utilizzo delle edificazioni esistenti. Una semplificazione normativa che, ovviamente, dovrebbe comunque essere sottoposta a rigidi vincoli antispeculativi ma consentirebbe ai servizi sociosanitari di tornare ad essere sostenibili, di dare ossigeno ad un mondo che già in troppi casi vede perdite annuali di migliaia di euro ed essere la soluzione, la chiave per dare un futuro più sereno all’intero settore. «Occorre aprire un gruppo di lavoro per promuovere questa prima bozza di iniziativa portata avanti dal dottor Lanzoni che ringrazio per aver comunque portato alla luce il tema delle difficoltà e della sostenibilità delle case di riposo – ha sottolineato Claudia Carzeri –  Personalmente ho già prodotto in questa legislatura un documento che andasse nella direzione di aiutare queste strutture, specialmente quelle posizionate in luoghi logisticamente svantaggiati come le aree montane, e accolgo quindi con grande entusiasmo tutte le proposte che sostengano il comparto sociosanitario, sempre più fondamentale per il territorio locale e non solo».

Marzia Borzi