Casa di Comunità e telemedicina sono questi i due punti salienti della riforma sanitaria lombarda che caratterizzeranno il futuro anche del territorio monteclarense. Le Case di Comunità sono strutture, approvate qualche mese fa da Regione Lombardia, dove opereranno team multidisciplinari che li trasformeranno in luoghi di accesso alle prestazioni sanitarie (sia per gli aspetti preventivi come vaccinazioni, screening anche strumentali sia per le attività ambulatoriali in SSR quali piccola diagnostica, prelievi, radiologia ed ecografia domiciliare), oltre che in punti di riferimento per i malati cronici. Punti focali dell’organizzazione sanitaria, così come previsto dalla recente riforma socio-sanitaria lombarda, che avranno – come si legge in una nota di Regione Lombardia –  «la funzione di avvicinare il cittadino alle cure primarie e ai servizi socio-assistenziali, e collegarlo facilmente, in base alle necessità, direttamente con la rete ospedaliera, oltre che proporsi anche come luogo di relazione e attenzione a tutte le necessità di vita della persona e della comunità». Uno di questi luoghi/punti focali sanitari arriverà anche a Montichiari, come dichiarato il 14 dicembre dal Consigliere Claudia Carzeri al Gardaforum in occasione dell’assegnazione della Borsa di Studio Roberto Tosoni. «La pandemia – ha chiarito Carzeri – ha sottolineato l’esigenza di aumentare la presenza di reti sanitarie sui territori. La rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, degli infermieri di comunità verrà sempre più implementata anche attraverso nuove strutture come ad esempio le Case di Comunità o gli ambulatori territoriali. I soldi che verranno stanziati in tutta la Regione Lombardia per questa riforma saranno di due miliardi: un milione e duecentomila euro arriverà dal Fondo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e 800 milioni li metterà la Regione stessa. Le Case di Comunità saranno presenze importanti che non dovranno essere solo delle scatole vuote ma dovranno essere riempite di tutti quei servizi sanitari che garantiscono una presenza sul territorio, in raccordo con i Sindaci perché si è visto durante la pandemia che la chiave di volta dei Comuni era comunque la presenza di bravi amministratori che riuscivano a fare rete sia con le ASST che con ATS. A Montichiari la Casa di Comunità sarà situata dove si trova ora l’ASST del Garda e sarà una struttura alla quale i cittadini si potranno rivolgere per fare riferimento ai medici di medicina generale ma anche per tutta quella parte socio assistenziale che funziona di raccordo con i Comuni. Vi saranno presenti, dunque, anche gli assistenti sociali, i dipartimenti di prevenzione e i consultori, servizi importanti  anche per scaricare gli ospedali del un flusso continuo di pazienti, che invece potranno essere presi in carico velocemente presso le nuove Case di Comunità. Anche la telemedicina avrà un ruolo importante nella riforma perché si vuole far si che il paziente cronico sia gestito all’interno della Casa di Comunità in modo tale da non caricare direttamente gli ospedali. Il tutto genererà anche un vantaggio economico che potrà poi essere reinvestito in sanità».

Marzia Borzi