L’amico giornalista e scrittore Mario Cherubini ha condiviso sui social, ad inizio agosto, una fotografia davvero unica ed affascinante. 

Nella cascina Cantalode, (che era di proprietà del suocero), dove abita con la moglie Tina, nei Boschetti, poco distante dal Colle di San Giorgio, Mario ha scattato questa foto, immortalando sul piccolo pesco nel suo giardino ben 16 aironi bianchi. 

Il tempo di fotografarli e sono subito volati via, proprio verso il Colle di San Giorgio, dove in settembre Cherubini organizzerà il 1° Festival del Villaggio Globale. 

Ecco dunque sia naturale credere che la visita di questi bellissimi aironi sia stata di buon auspicio, un segno di grande pace e bellezza. I soggetti e il significato di questa fotografia mi hanno proprio colpito, perché anche a me piace osservare la natura, cercando e trovando sempre in essa segnali positivi. 

Sul fiume Chiese gli aironi, sia bianchi che cenerini, sono proprio di casa, ne vedo ogni giorno: collo lungo ad esse, zampe sottili e becco allungato, aspetto slanciato, fanno di loro uccelli eleganti; spesso fermi su sassi in mezzo al fiume o sulle rive, in paziente attesa della preda, immobili, per poi tuffarsi rapidi in acqua per acciuffarla.  

Anni fa mio cugino Luigi Guidi mi regalò un airone in legno, scolpito interamente a mano da lui, ricavato da uno dei molti ceppi di legno apparentemente marci, che raccoglieva nelle nostre campagne, e che poi trasformava in artistiche e significative sculture.  

Un’opera che ho messo in bella vista all’entrata di casa mia per poterla ammirare ogni giorno: sembra infatti che l’airone stia spiccando realmente il volo e quel collo lungo proteso verso l’alto rappresenta per me una sorta di unione fra la terra e quel cielo immenso, magico, misterioso, da ammirare dal-l’alba al tramonto e ancora nel buio notturno, quando i sogni si fanno più intensi e più a portata di mano per realizzarli. Coincidenze?  

Non credo proprio, tutto in natura e negli eventi della vita ha un senso, così come la simbologia di questo uccello, per chi ama guardare oltre l’apparenza e sognare un po’. Immobilità, tranquillità, meditazione e pazienza, ma grande determinazione: tutti atteggiamenti che l’airone mette in atto per procurarsi il cibo. 

È infatti un maestro cacciatore, con un tempismo perfetto, rapido nei movimenti, intraprendente ed aggressivo quando c’è un’opportunità, per intervenire al momento giusto. 

Al bisogno, sa però essere prudente: per esempio quando intuisce l’arrivo di una tempesta cerca un riparo sicuro. 

Nei sogni indica risveglio spirituale, l’avvento di un periodo felice, il distacco progressivo dalle difficoltà del passato; può preannunciare una rinascita, un cambio di rotta, un nuovo ciclo. Presso i Toltechi simboleggiava il centro spirituale del mondo; nel libro dei morti egizio significava apertura di un ciclo, un ponte tra il mondo terreno e l’aldilà, incarnava l’im-mortalità; i Greci lo consideravano sacro ad Atena, dea della sapienza, delle arti e delle scienze. I popoli antichi, pur con culture diverse, sapevano vivere in armonia con la natura, rapportandola con simbologie e metafore alle persone, con leggende e miti molto curiosi e affascinanti. Dovremmo tornare ad essere più in sintonia con il creato, a rallentare una rincorsa sfrenata che non ci fa più apprezzare la bellezza, la convivenza rispettosa con tutto ciò che ci circonda, in equilibrio con i ritmi delle varie specie con cui conviviamo e dividiamo la Terra. Grazie dunque all’amico Mario e ai suoi aironi, che hanno regalato un momento di riflessione e di benessere alla nostra anima, in questo periodo agitata come non mai, per questo ancor più desiderosa di ritrovare pace ed energia positiva.

Ornella Olfi