Egregio Direttore,

siamo stati molto felici di apprendere che il Comune di Manerbio risulta essere quello che in Italia ha ricevuto il premio più alto nell’ambito della collaborazione al contrasto dell’evasione fiscale e contributiva. A breve il versamento dell’Agenzia delle Entrate, per la somma di un milione di euro, sarà accreditato nelle casse comunali e impiegato a beneficio dell’intera collettività. Ma come è possibile che sia avvenuto un tale prodigio e che finalmente siano stati snidati i “furbetti dell’evasione” nostrani? Infatti, non è proprio successo. Sarebbe stato troppo bello! Magari fosse vero! È vera invece la notizia opposta, e cioè che addirittura Manerbio non compare nella lista dei Comuni che collaborano con l’Agenzia delle Entrate per il recupero dei contributi e delle tasse non versate. Il protocollo d’intesa del 2005 prevedeva l’invio di segnalazioni locali qualificate, definite da una serie di provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle Entrate, con l’indicazione di concentrare l’intervento su cinque aree: commercio, professioni, urbanistica, patrimonio immobiliare, beni indicativi di capacità contributiva. Di fronte all’adesione del vicino Comune di Leno, Manerbio, come al solito, fa la sua magra figura, anche se la cifra recuperata dai lenesi non è molto alta, solo 36mila euro. Non ci consola molto nemmeno constatare che su 205 comuni bresciani solo 23 hanno aderito a questo protocollo. È giusto nominare quindi i Comuni che si sono impegnati di più, tra cui San Gervasio che, nel suo piccolo, ha recuperato ben 17mila euro. Tra i volonterosi 23 enti locali bresciani si distinguono per maggior impegno, oltre a San Gervasio, Berlingo, Chiari, Coccaglio, Leno, Mazzano e Saviore. I rimanenti hanno inciso poco e lo hanno fatto probabilmente per “onor di firma”. Pochi i paesi, si dirà, e per sovrappiù bisogna sottolineare il fatto che nel 2014 in totale nel Bresciano si erano recuperati 1 milione e 400 mila euro, passando per il 2017 con 1 milione e 200 mila euro, arrivando dopo la pandemia a solo 342 mila euro. Realisticamente, i Comuni hanno allentato la presa, e in tal modo hanno accontentato tutti, anche chi con le tasse è molto elastico. Siamo partiti da lontano, con i sindaci che all’inizio potevano ottenere solo il 30 per cento sul recuperato, mentre successivamente il 30 è stato portato al 100 per cento, quindi tutto molto più appetibile. Nonostante ciò, le adesioni, come si è visto, sono calate e stanno calando. Si è parlato anche di sindaci “spioni”, ma chi lo sostiene è in mala fede, soprattutto perché tutte le segnalazioni provengono da evidenti violazioni, da chiari riferimenti di dominio pubblico, e si sa che nei Comuni soprattutto piccoli, tutti sanno tutto di tutti. Ma se sono i nostri stessi rappresentanti politici eletti a non essere per primi convinti che i cittadini le tasse le devono pagare tutti, non solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, è logico che si lascino gli evasori a fregarsene dello Stato. Come tante altre, anche l’Amministrazione di Manerbio ha perso un’occasione importante, pensando forse che il famoso “tesoretto” sia inesauribile, ma facendo così si priva di ulteriori preziose risorse e inoltre sembrerà sempre voler reggere il sacco a quelli per cui le imposte non sono altro che le persiane alle finestre.

Luigi Andoni e altri pensionati