In un’età ove il romanzo la fa da padrone, non senza accenti di prestazioni letterarie alquanto discutibili da parte di scrittori scribacchini, esiste e resiste ancora una ristretta brigata di nostalgici della lirica capaci di regalare ad una scena alquanto sterile il giusto piglio di inventiva e curiosità. Ultimo poeta che ha deciso di venire alla luce è stato Sebastiano Gambuzza, architetto originario di Mazara del Vallo adottato dagli Urcei, uomo dai molteplici interessi ed impegnato nel sociale tra i “ranghi” del Rotary Club Brescia Verola.

“La Casa delle Stelle”, questo il titolo eletto dall’autore per la sua prima raccolta di poesie, poco più di una sessantina, edita da Albatros nel mese di dicembre e presentata lo scorso 18 marzo durante una conviviale tenutasi entro la straordinaria cornice del salone cinquecentesco del castello di Padernello. Si tratta di un canzoniere che ha vissuto un lungo travaglio compositivo: basti pensare che quasi la totalità dei testi sono stati redatti, come bozze, pensieri o piccole annotazioni, in circa un trentennio, a partire dal periodo in cui Gambuzza frequentava la facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, passando per gli anni dell’incontro e del giurato amore con la moglie Rossana, fino ad arrivare alla contemporaneità, densa di ricordi e memorie che affondano nelle istantanee e nei profumi della sua splendida terra d’origine. “La Casa delle Stelle” è paragonabile ad un percorso esperienziale che permette di dipingere a larghe campiture la vita di un uomo capace (e ci vuole tanto coraggio) di mettere a nudo la propria interiorità marchiandola nero su bianco lungo le agili pagine della sua opera. Gambuzza, da buon rotariano, ha pensato che un’occasione tanto ghiotta non potesse che essere sfruttata per fare del bene: tutto il ricavato della vendita dei testi, infatti, verrà destinato a sostenere le cure necessarie ad una giovanissima bambina, Hélena, affetta da una rarissima malattia ma capace di una strenua e vivace resistenza.

Dopo essere stato introdotto dal presidente del Club Nedo Brunelli, Gambuzza ha raccontato le occasioni e i motivi che hanno spirato il vento alle vele della navicella del suo ingegno, citando il Poeta, e che hanno guidato la sua mano nella stesura delle liriche, accompagnato dalla lettura appassionata dell’attore Sergio Isonni e dalle note del violoncello del maestro Giuliano Papa.

Dedicata alla madre ma gravida di riferimenti alla figura paterna, che l’autore ama e stima immensamente, la raccolta ha il potere di trasportare la mente di chiunque voglia affondare nei suoi versi tra le spiagge delle Trinacria, assaporando la salsedine sulle labbra e l’atmosfera di una costante ricerca di pacata felicità sempre memore delle proprie radici.

Un’opera dunque di grande sentimento ed immaginazione, esordio eccellente per un poeta dalla straordinaria sensibilità come Sebastiano Gambuzza.

Leonardo Binda