Prosegue la fase positiva del settore latte, la suinicoltura recupera redditività, grande successo per le etichette di vino bresciane. Per le produzioni vegetali, positive le aperture del governo nei confronti del ricorso alla genetica in agricoltura.

Il bilancio di Giovanni Garbelli tra obiettivi raggiunti e sfide del prossimo futuro.

Novembre è tradizionalmente tempo di bilanci per l’annata agraria che si va chiudendo. 

A un anno dalla sua elezione, il presidente di Confagricoltura, Giovanni Garbelli, fa il punto sull’anno trascorso con un primo bilancio dell’intensa attività sindacale dell’orga-nizzazione.

Presidente Garbelli, è possibile tracciare una prima stima dell’andamento dell’annata agraria?

“Sta certamente continuando la fase positiva del comparto più importante in termini di fatturato della nostra provincia, ossia il latte. 

Il piano produttivo del Grana Padano e la forte crescita delle esportazioni hanno giocato un ruolo importante, con conseguenze positive per i produttori. 

Per il prossimo futuro, tuttavia, avanza la preoccupazione per i dazi introdotti dagli Stati Uniti. 

Stiamo lavorando in tutte le sedi perché che possa riprendere il dialogo con il governo Usa per trovare una soluzione. 

Tornando al settore latte, voglio sottolineare come, ancora una volta, le cooperative di trasformazione stiano dimostrando tutta la loro importanza, riconoscendo ai soci un prezzo superiore rispetto alla media delle industrie”.

E gli altri comparti produttivi come sono andati in questo 2019?

“Dopo mesi di grande sofferenza, la nostra suinicoltura recupera importanti fette di redditività. Anche in questo caso la congiuntura internazionale ha pesato positivamente: ci sono ulteriori margini di crescita per l’export oggi frenato da difficoltà burocratiche. Tra i settori in territorio positivo, nonostante una vendemmia in parte segnata dal maltempo e dalla grandine, va certamente ricordato il vino: le etichette bresciane stanno avendo un grande successo che va consolidato. Giudichiamo quindi positivamente l’impegno dei Consorzi del Lugana e della Franciacorta nel valutare strumenti di autogestione della produzione, come mezzi per coniugare crescita e redditività delle imprese. 

Sta andando bene il comparto avicolo, anche se i produttori sono ancora alle prese con le procedure per ottenere gli indennizzi in seguito all’epidemia di aviaria degli anni scorsi. Il settore dei cereali risente invece di un periodo di stagnazione: queste produzioni attendono da anni di essere pienamente integrate nelle principali filiere. Su questo fronte, tuttavia, abbiamo apprezzato l’apertura del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, a proposito della sperimentazione delle Nbt, le New breeding techniques: da anni la nostra organizzazione chiede che si apra all’utilizzo della genetica in agricoltura”. 

Quali sono stati i principali temi su cui si è concentrata l’attività di Confa-gricoltura Brescia in questo primo anno di lavoro della giunta eletta a fine 2018?

“In continuità con il lavoro avviato in questi anni, mi sono adoperato per una collaborazione sempre più stretta con i rappresentanti delle istituzioni, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Risultati importanti sono venuti anche dal dialogo costante con la Regione Lombardia e in particolare con l’as-sessore Rolfi. 

Mi piace ricordare a questo proposito la ripresa del-l’anticipazione della Pac. Centrali sono stati i temi dello sviluppo d’impresa e dell’inno-vazione. 

La collaborazione con il mondo universitario ha portato, con nostra grande soddisfazione, anche all’avvio del primo anno accademico del corso di laurea in Sistemi agricoli sostenibili dell’Università di Brescia”.

Quali altri obiettivi sindacali sono stati centrati in questi dodici mesi?

“Confagricoltura Brescia, in occasione dell’appun-tamento elettorale regionale, aveva indicato alcune priorità per la politica agricola lombarda che, in questi mesi, si sono concretizzate. Ricordo, tra le più significative, la riapertura della misura investimenti del Piano di sviluppo rurale regionale e l’avvio di un bando sul credito agevolato, anche per dare risposte alle aziende flagellate dal maltempo dello scorso agosto. Sull’assegnazione del gasolio agevolato per l’attività agromeccanica abbiamo ottenuto un pronunciamento positivo da parte del Tar Lombardia che ci auguriamo possa essere presto confermato anche dal Consiglio di Stato. 

Grandi risultati continuano a venire anche dal nostri impegno nel settore della gestione del rischio in agricoltura: abbiamo potenziato gli strumenti tradizionali delle assicurazioni a cui affiancheremo a breve anche le innovative formule dei fondi di mutualità”.

Quali sono le prossime sfide che deve affrontare l’agricoltura bresciana?

I temi che abbiamo sul tavolo sono molti. 

Per quanto riguarda gli allevamenti, resta da sciogliere il nodo della direttiva nitrati, mettendo finalmente mano a questioni fondamentali come quelle dell’utilizzo agronomico del digestato. 

Vediamo grande interesse ed entusiasmo verso il biogas e il biometano, ma è necessario che le aziende siano accompagnate attraverso norme certe. 

Ci auguriamo poi che possa riaprirsi presto la discussione sul futuro della Pac, la Politica agricola comune dell’Unione europea, e che possano essere apportate modifiche sostanziali rispetto alla proposta della Commissione uscente. 

A livello nazionale c’è inoltre il Piano mais da rendere operativo. 

Continueremo inoltre a sollecitare l’impegno di tutti per la gestione della fauna selvatica, cinghiali e nutrie in primis”.

A lungo termine quali sono le strategie?

“Ritengo fondamentale lavorare sull’immagine dell’agricoltura e del-l’agricoltore. 

Restituire verità al nostro mondo ed al lavoro quotidiano dei nostri imprenditori è un obiettivo importante su cui mi sto spendendo con passione”.

Confagricoltura 

Brescia Unione 

Provinciale Agricoltori