“Fa scüsà” – adattare qualcosa, farselo andar bene comunque, malgrado non piaccia molto; anche se non è ciò che avremmo voluto, qualcosa che non ci fa sentire a nostro agio, psicologicamente e/o fisicamente. Una volta era normale adattarsi a continui sacrifici, ad accontentarsi del poco che c’era: in generale vivere modestamente, facendo “scüsà” un po’ tutto. Da anni per la maggior parte di noi il tenore di vita è migliorato, perciò è percepito ancor più greve ogni impedimento. Per la seconda volta l’inizio d’anno è problematico, per i motivi che ben conosciamo tutti: il protrarsi di sacrifici e rinunce si ripercuote pesantemente sul morale, oltre che su alcuni aspetti pratici. Innanzitutto la preoccupazione per la salute è un tarlo costante nei nostri pensieri; è poi una innata nostra esigenza vivere in libertà e in società, coltivando rapporti umani, dai più superficiali a quelli più profondi senza regole, se non quelle del rispetto altrui; condizioni che da due anni hanno subìto invece forti limitazioni. Più passano i mesi e più questa situazione fa aumentare disagi e nervosismo, anche per chi ha la fortuna di essere in buona salute e prima aveva una vita sociale senza troppe pretese. Un conto è scegliere se, dove, quando, con chi e quante persone stare; quando uscire o rimanere in casa, tutt’altro è essere condizionati da altri, in questo caso un maledetto virus e da imposizioni non sempre accettabili. Mai come in questo periodo ci è mancata prepotentemente la tranquillità, tanto che le molte ansie sono state e sono tuttora causa di un forte aumento di disturbi psico-somatici. Un termine davvero inquietante, per esempio, è il “distanziamento sociale”: sicuramente utile per prevenire contagi, ma a lungo andare forse molte persone, quasi senza rendersene conto, continueranno a mantenere sempre e dovunque le distanze dagli altri, come se fosse un comportamento normale e questo, secondo me, è davvero preoccupante sotto diversi aspetti. Ecco allora che dobbiamo iniziare anche questo 2022 adattandoci ad uno stile di vita che non soddisfa tutte le nostre necessità e abitudini, che non ci permette di esprimere come in passato quei desideri più “leggeri” con cui di solito salutiamo ogni capodanno. Stavolta esprimeremo desideri per altre priorità! Problemi, più o meno gravi, ne abbiamo avuti tutti durante la vita e la vita stessa ci insegna a diventare forti per superarli, questo tuttavia è qualcosa che va oltre, perché sconosciuto, invisibile, ma capace di sconvolgere le nostre certezze. Non possiamo fare altro che “buon viso a cattivo gioco”. Sicuramente rimarranno segni indelebili dentro di noi e per tanto tempo non riusciremo a tornare come prima: “faróm scüsà” quanto ci sarà possibile fare, cercando di riconquistare pian piano una relativa serenità. Non è molto consolante, perché neppure nelle più nere previsioni avremmo mai immaginato di attraversare un periodo della nostra vita così angosciante, ma se vogliamo vivere, non sopravvivere, dobbiamo comunque guardare al futuro con un pizzico di ottimismo.

Ornella Olfi