Egregio Direttore,
vi è un luogo storico di Manerbio da restituire alla comunità cittadina, dopo una doverosa opera di restauro: la ex Chiesa sconsacrata del Gesù. Un edificio nel cuore del centro storico che l’Am-ministrazione Alghisi potrebbe recuperare, dopo averla acquisita dalla Parrocchia, visto che è attualmente in vendita.
L’edificio sarebbe idoneo a diventare sala polifunzionale per mostre, convegni, iniziative culturali e ritrovo anziani. Non ci si dovrebbe però limitare solo al restauro conservativo, bensì anche al recupero urbano dell’area circostante la chiesetta. Un intervento urgente, anche perché le infiltrazioni di acqua piovana possono portare, se già non l’hanno fatto, al degrado degli elementi portanti della copertura e quindi al completo disfacimento della struttura.
È invece d’obbligo far diventare l’ex chiesa un punto di riferimento del centro cittadino, valorizzandolo. Forse non ci si rende conto però che, a Manerbio, da valorizzare sono soprattutto gli anziani, lasciati allo sbando, senza un Centro Sociale in cui trascorrere un po’ di ore al giorno in tranquillità con svaghi, giochi, socializzando tra più o meno coetanei. Sono ben otto anni che questa amministrazione finge di voler affrontare il problema di un nuovo Centro Sociale; si era cominciato prospettando la possibilità di usufruire di una struttura accanto al Palatenda, poi è balenata l’idea del fabbricato-ristorante nel parchetto delle piscine, ed infine siamo rimasti con ben due Centri Sociali, uno alle “castegne amare” e l’altro alla “Santella” di via Cigole. Qualcuno che ha ora una visuale provinciale si sarà ben reso conto che nel bresciano tutti i paesi hanno il loro Centro Sociale per Anziani, anche i più piccoli? No! Disinteresse profondo per tutti noi anziani invisibili! “Se i vecchi potessero, se i giovani sapessero” dice il proverbio, ebbene, non costringiamo la terza età a rinchiudersi in casa e a ridurre i rapporti sociali, tanto più dopo le chiusure del Covid-19, solo perché non si vuole assolutamente intaccare il “tesoretto” per “far ballare quattro vecchi”, come disse qualcuno in passato.
Luigi Andoni