Il bullismo e il cyberbullismo sono una piaga sociale in continua espansione. Nelle ultime settimane la cronaca racconta di baby gang in azione su tutto il territorio lombardo e anche a Manerbio. Minacce, soprusi e tensioni si sono verificate in particolare, nella cittadina della Bassa Bresciana, all’uscita della scuola media dove gli studenti sono stati più volte avvicinati da giovani che, con fare aggressivo, hanno chiesto loro la consegna di denaro. Non solo. Le intimidazioni e le prese in giro si sono verificate sia in presenza che in rete con insulti e intimidazioni. Una situazione nota ai genitori, alla scuola e alle forze dell’ordine che hanno presidiato l’entrata e l’uscita degli alunni a scuola e che hanno provveduto ad indagare sui responsabili. Si tratta di episodi di violenza soprattutto psicologica che possono avere ripercussioni anche pesanti sulle giovani vittime. Al lavoro i carabinieri di Verolanuova che stanno monitorando la situazione, ma anche la direzione della scuola secondaria di primo grado – e più in generale di tutto l’lstituto Comprensivo di Manerbio – in prima linea contro questo genere di fenomeno. «Stiamo creando sinergia con le autorità competenti, nel rispetto dei ruoli – sottolinea la dirigente scolastica Annamaria Alghisi -; consapevoli del valore educativo della scuola». Gli atti di bullismo non si verificano solo fuori dalla scuola, ma anche per le vie del paese e all’oratorio preso di mira recentemente da questi piccoli teppisti. Anche palazzo Luzzago è al corrente di quanto accade e fa sapere che dal settembre del 2021 ha iniziato un progetto di mappatura della situazione giovanile manerbiese, avvalendosi di professionisti ed esperti del settore. “Le problematiche giovanili, soprattutto dopo la pandemia, non sono facili da capire e disinnescare” commenta l’assessore alla cultura e sport di Manerbio Fabrizio Bosio “nelle ultime settimane con loro abbiamo incontrato le associazioni manerbiesi e le forze dell’ordine. Il quadro che emerge dalle prime attività di rilevazione non è semplice e siamo intenzionati a cominciare, fin da subito, a lavorare in ottica preventiva e repressiva. Vogliamo capire le ragioni del disagio affinché le stesse siano affrontate e risolte, senza rinunciare a denunciare e a far pagare chi dovesse rendersi autore di reati. Vogliamo che tutti i ragazzi e le ragazze si sentano sicuri a Manerbio e possano trovare una Comunità Educante capace di accompagnarli nel loro percorso di crescita e pronta a sostenerli nella realizzazione del loro progetto di vita”. Secondo la neuropsicologa Ylenia Canavesio del Centro Psico Medical Care, le motivazioni più comuni che spingono i giovani a costituire le cosidette “baby gang” sono da ricondurre principalmente alla pressione dei pari e al desiderio di sentirsi parte di un gruppo, alla volontà di essere rispettati e di ottenere uno status per sentirsi più forti. Spesso gli autori di atti di bullismo sentono il bisogno di protezione ed hanno un’attrazione verso la possibilità di avere denaro. Canavesio spiega che spesso questi gruppi si conoscono fin dall’infanzia ed hanno difficoltà a scuola e nell’affrontare il periodo delicato dell’adolescenza. Qualche volta i piccoli teppisti hanno seri problemi famigliari e instabilità economica. Si tratta di soggetti per la gran parte vulnerabili con poca autostima che utilizzano la prepotenza fisica e verbale per affermare la propria identità. I maggiori fattori di rischio di diventare bullo e entrare a far parte di una baby gang riguardano prettamente fattori individuali come disagio emotivo, comportamento aggressivo, uso di alcol e droghe, difficoltà di apprendimento ed esclusione dalla scuola. E’ importante che le vittime delle baby gang denuncino quanto è accaduto loro alla famiglia e alla scuola. Ma è importante che gli stessi autori di questi atti vengano aiutati a superare il loro disagio. Famiglia, scuola e istituzioni sono i principali attori che possono aiutare i giovani e le future generazioni a credere in un mondo migliore e ad uscire dal momento di difficoltà nel quale versano.

Barbara Appiani