Gentile Direttore,
uscendo prima delle otto al mattino osservo spesso il passaggio dei liceali che si spostano per raggiungere il Liceo Pascal di Manerbio e, considerata la loro età, i gruppi sono giustamente allegri, in vena di lazzi e frizzi. Ogni incontro con i giovani, così come lo stretto rapporto con i miei nipoti, mi ispirano una visione di confronto tra la loro esistenza futura e la mia passata vita di ottantenne. Personalmente per me e per la maggioranza dei coetanei, dopo aver quasi raggiunta la quota terminale del nostro bel vivere, è quasi d’obbligo una valutazione, un rendiconto tutto sommato positivo. Siamo andati avanti, magari vivendo tra alti e bassi, sfruttando ogni possibilità; ci hanno accompagnato ottant’anni di pace, con la possibilità di guardare avanti e plasmarci il più sicuro avvenire possibile, abbiamo sfruttato le opportunità per formare una famiglia, abbiamo colto tutte le occasioni di lavoro, arrivando da giovani a realizzare il sogno della casa di proprietà, abbiamo vissuto abbastanza tranquillamente, ci siamo ricavati viaggi e passatempi, siamo perfino riusciti ad aiutare figli e nipoti, ed infine abbiamo raggiunto con le nostre trattenute in busta paga una soddisfacente e bastante pensione. Di fronte a questo quadro di vita ben regolata, ci si rende conto da anziani che il mondo ereditato dai nostri giovani è invece ben diverso, dimesso e molto complicato. Le loro attese e prospettive sono agli antipodi da quelle che abbiamo avuto noi. Da parte nostra, quasi non riusciamo a nutrire invidia nei loro confronti, se non solo perché il tornare ventenni sarebbe ad ogni modo entusiasmante. Cosa troveremmo a riesser di colpo giovani? Come si evolverebbe la nostra vita nei successivi anni? Solo ad analizzarne superficialmente i contenuti ci sarebbe di che vedere tutto nero e fosco nel nostro futuro, con aspri conflitti che coinvolgono tanti Paesi, esperienze passate ignorate di cui non si è tenuto conto, un mondo inquinato globalmente e irreversibilmente, tragici cambiamenti del clima con carestie, siccità, ma anche di converso alluvioni; sempre più aree terrestri che rischiano una progressiva desertificazione; spaventoso riscaldamento terrestre con i ghiacci delle calotte polari che si scioglieranno sempre più facendo aumentare il livello dei mari con la conseguenza del graduale scendere sott’acqua delle zone costiere, di tante isole, isolette, porti e città in riva al mare o all’oceano con migrazioni bibliche di massa tali da sconvolgere il pianeta. Per quanto riguarda la nostra Italia, per quella dei nostri giovani non si possono che prevedere situazioni economiche statali sempre in rosso, con servizi sempre più al ribasso, pensioni future sempre più insufficienti per una vita normale, sanità pubblica e gratuita con tickets al rialzo e con cure a pagamento quasi obbligatorie di fronte alle attese di anni per una visita medica. Il panorama generale offrirà innumerevoli persone disoccupate o sottoccupate anche a causa della robotizzazione generale, i contratti di lavoro avranno sempre meno garanzie. Ci saranno sempre più ostacoli per chi vorrà formarsi una famiglia, con la conseguenza di una natalità al minimo storico. Le città vedranno una malavita sempre più scatenata e diffusa, una corruzione estesa e generalizzata, accompagnata da una evasione fiscale non più contrastata. Speriamo però di sbagliarci su quanto pronosticato e speriamo che i giovani abbiano idee positive improspettabili al momento, e che riescano a trovare, pur in un ambiente ostile e negativo, varie occasione inattese per vivere sufficientemente bene in un mondo totalmente diverso da quello attuale. A noi resta il rimorso per aver provocato la futura crisi globale, che verrà risolta forse solo dall’Intelligenza Artificiale.
Luigi Andoni e altri pensionati di Manerbio