Sarà esposto dal dicembre 2025, presso le sale del Museo del gioiello di Vicenza, nella Basilica Palladiana, “Magnificenza”, un monile nato dalle sapienti mani del manerbiese Gianmaria Donini. Autore di centinaia di opere a partire dal 1974, l’orafo è un artista eclettico che ha saputo trasformare la sua passione in uno stile di vita. Quest’ultimo traguardo arriva da una serie di circostanze che lo hanno fatto conoscere e ampiamente apprezzare in questo settore. Il pezzo che sarà esposto nella mostra è stato realizzato da Jimmy – così come è conosciuto – anni fa su commissione di Tiziana Serretta Fiorentino, collezionista di gioielli, che lo presentò all’Internazionale di Pellicceria di Milano. “La signora mi disse che le serviva un pezzo importante da abbinare ad una pelliccia realizzata dalle sorelle Fontana” precisa Donini “si doveva trattare di un capo unico per una star di Hollywood”. “Magnificenza” è stato il risultato di mesi di lavoro e di studio da parte dell’artista manerbiese che, spiega lo stesso Donini, racchiude “l’unicità del sentimento che deve avere ogni opera voluta e desiderata”. La collana è realizzata in oro giallo e bianco con diamanti, rubini e un’importante cromia di perle provenienti da varie località del mondo. Il pezzo, assolutamente unico – con la parte destra volutamente differente dalla sinistra – fu visto e notato, anni fa, da una storica del gioiello, Lia Lenti che comprese la genialità dell’autore e lo inserì nella grande opera editoriale dal titolo “Dizionario del gioiello italiano del XIX e XX secolo”. Paola Venturelli, storica dell’arte, conosciuta a livello internazionale ed esperta di arti applicate italiane, di oreficeria, di storia del collezionismo e del costume tra XIV e XX secolo, si è ricordata di questa opera inserita in quel volume e recentemente ha contattato il maestro orafo per poter esporre la collana nel museo di cui è direttrice a Vicenza. “Magnificenza” potrà essere ammirato nel museo fino al 2027. Un altro gioiello, invece, è esposto da parecchi anni nel Museo degli Argenti a Palazzo Pitti. Fu l’ex direttrice Ornella Casazza, storica d’arte e restauratrice a scegliere il monile che ora è di proprietà del Museo e del Ministero dei Beni Culturali. “Già da adolescente precisai ai miei famigliari che non avrei voluto lavorare come operaio” spiega il maestro orafo “così è stato: non ho fatto un giorno di fabbrica e ho intrapreso una strada che era sicuramente meno sicura del lavoro da dipendente, assumendomene i rischi. Ma questa è la mia vita e rifarei tutto quello che ho fatto. Sono un autodidatta e ho sempre cercato di vivere in coerenza con i miei ideali”. Nel corso della sua carriera Donini ha ottenuto sempre importanti riconoscimenti. Dalle abili mani del maestro orafo sono nate opere di gioielleria antica, commissionate da musei italiani ed esteri. Ora, alla sua storia di artista e di uomo, si aggiunge questo altro importante tassello che annovera Jimmy tra i più grandi orafi a livello italiano e mondiale. “Credo ancora che il mondo possa cambiare” aggiunge Jimmy commentando spontaneamente (ndr) il nostro tempo. Ed è anche da simili conclusioni inaspettate che si capisce che artisti si nasce.
Barbara Appiani