Da giovedì 23 a domenica 26 giugno è andato in scena a Rovato “Pour Parler – il Festival dei luoghi comuni”, la prima rassegna culturale post-pandemia nel cuore della Franciacorta, a ingresso gratuito, con il patrocinio del Comune di Rovato, la media partnership di Radio 24 e il contributo degli sponsor del territorio.

David Parenzo, giornalista e conduttore de La Zanzara, Adrian Fartade, youtuber esperto di astronomia e astronautica, Roberta Villa, divulgatrice scientifica, Paolo Cevoli, comico e attore, Giada Messetti, sinologa e giornalista, sono solo alcuni dei nomi che hanno animato i palchi delle quattro serate in compagnia del rovatese Beppe Salmetti e di Riccardo Poli, conduttori di “Off Topic – fuori dai luoghi comuni”, il programma in onda nel fine settimana su Radio 24 che si ciba di tutto quello che accade in Italia attingendo anche alle stramberie che si leggono e vedono sui social media.

Forte dell’esperienza maturata sui palchi del teatro Filodrammatici e di Zelig a Milano, Off Topic è uscito dagli studi radiofonici ed ha trovato adeguata cornice in diverse location della nostra Città: Piazza Cavour, con il suo prestigioso colonnato ha ospitato anche la rassegna stampa mattutina e le presentazioni dei libri ogni sera al tramonto, e poi via Palazzo e via Castello, con gli scorci sulla Rovato del passato. Pour Parler ha potuto fregiarsi, già dal primo anno di vita, della partnership con il Festival dei Luoghi Comuni organizzato a Cuneo sotto la direzione artistica di Marco Aime (antropologo e scrittore) e di Lucio Caracciolo (direttore di Limes).

L’Evento ha voluto sfatare i luoghi comuni che sono entrati ormai nella vita quotidiana di ognuno. Dagli stereotipi sulla provenienza geografica – viaggiando dall’Emilia Romagna alla Cina – al riproporsi di vecchi pregiudizi legati all’antisemitismo, recentemente tornati alla ribalta con i fatti in Ucraina. Sul tema Parenzo ha presentato “Ebreo!”; il giornalista e conduttore ha raccontato la storia delle sue radici e della sua identità con ironia e passione esponendosi in prima persona, divertendosi a fare lo slalom tra i pregiudizi: “Ricordare e condividere con gli altri le proprie origini, l’identità, i simboli e le tradizioni di una vicenda millenaria che non riesce ad allontanarsi dalla più stretta attualità. Bello, interessante. Ma davvero necessario? Nel caso dell’essere, e dirsi, ‘Ebreo’ la risposta non può che essere: purtroppo sì”.

Spazio poi ai grandi interrogativi che sono emersi preponderanti durante la pandemia: dalle fake news sui vaccini alle previsioni più catastrofiche sulla fine del mondo, passando per la costante crisi delle relazioni interpersonali. Per poi scoprire che forse i luoghi comuni non sono altro che la nostra comfort zone ovvero uno stato psicologico in cui tutto può sembrare familiare, una zona nella quale una persona si sente a suo agio con l’ambiente esterno e sperimenta bassi livelli di ansia, stress e paura

Mauro Ferrari