Domanda a bruciapelo.  

Da 1 a 10 il voto al “salva-danaio” del Comune di Rovato?

Bisogna premettere obbligatoriamente che i meccanismi finanziari, economici e patrimoniali degli Enti locali stanno dentro a un sistema più ampio e articolato di contabilità statale e di vincoli di derivazione europea.

I Comuni hanno la propria autonomia impositiva e beneficiano di trasferimenti di vario genere, non molti per la verità, ma l’equilibrio del bilancio e gli schemi contabili sono dettati da norme di rango costituzionale e da leggi dello Stato. 

Detto questo, un buon 9. L’indice di indebitamento è molto basso, i pareri tecnici allegati al bilancio sono costantemente positivi, i tempi di pagamento alle imprese, o ai privati in generale, sono inferiori ai 30 giorni.  

Parliamo di Finanza Locale, tasse: previsti aumenti o diminuzioni?

L’anno 2020 è stato molto anomalo per ciò che concerne le entrate e le spese degli Enti locali. La crisi ha comportato mancati introiti e nuove uscite. Su alcune voci ci sono stati risparmi, su altre aumenti di dotazione finanziaria. Al fine di mantenere invariato il livello di servizio alla cittadinanza, senza ridurre gli stanziamenti afferenti il sociale, senza diminuire i sostegni alle realtà operanti sul territorio, si opererà una variazione relativa ad alcune entrate, calibrando nel contempo le spese. Imposte, tariffe e corrispettivi per i servizi pubblici a Rovato sono e rimangono tra i più bassi dell’Ovest bresciano, per non dire della provincia. 

Obiettivi futuri?

Mantenere lo stesso livello di servizi alla cittadinanza, proteggendo i redditi bassi e medio-bassi e finanziando le opere previste nel programma elettorale. I lavori del comparto mercatale e altri interventi importanti sotto il profilo finanziario, nonché il prosieguo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, comporteranno un lavoro intenso sul bilancio annuale e pluriennale. 

Lei ha anche la delega alle politiche giovanili. 

Quali sono le priorità d’intervento oggi, alla luce anche delle problematiche connesse alla Pandemia Covid?

Anzitutto preservare quello che di buono è stato creato finora a livello di aggregazione e di rete.

Cosa affatto scontata, considerando che l’ultimo anno, con i suoi blocchi forzati, ha messo a dura prova i contatti quotidiani tra famigliari, figuriamoci tra coetanei.  

Abbiamo lavorato per mantenere, con modalità telematiche, servizi quali l’Informa-giovani, che opera come contatto per coloro i quali devono orientarsi tra i percorsi formativi e professionali. Il bando Pensogiovane, del distretto di cui facciamo parte, ha continuato i suoi lavori e ha scelto di premiare i progetti meritevoli con la consegna alla residenza dei vincitori. 

Politiche giovanili sono sinonimo di trasversalità, connessione di più tematiche, come si inserisce in questo quadro un assessorato dedicato ai giovani?

Si inserisce quando crea opportunità di contatto tra diverse generazioni, invita i giovani a partecipare, ad esempio, alla vita associativa del paese, come accade durante la festa per i neo-diciottenni, oppure quando mette a disposizione possibilità di tirocinio o di esperienza lavorativa negli Enti, o ancora quando mette in contatto giovani e aziende.  

Quale può essere il ruolo della politica nel rapporto con le nuove generazioni?

Il ruolo della politica è creare le condizioni perché il potenziale delle nuove generazioni si esprima liberamente.  

Mettere a disposizione spazi di ascolto, promuovere occasioni di socialità, ridurre la distanza tra la politica e le nuove generazioni, le quali spesso non si sentono in alcun modo rappresentate in un Paese che è tradizionalmente concepito “vecchio” di mentalità. Da questo punto di vista bisogna ammettere che diversi partner europei dell’Italia sono molto più pronti a offrire occasioni di crescita e di ascolto.

La politica deve inoltre lavorare molto sul mercato del lavoro, sulle retribuzioni, sull’eliminazione di alcune tipologie contrattuali che penalizzano soprattutto i giovani. 

Mauro Ferrari