L’ernia inguinale è una patologia della parete addominale che colpisce prevalentemente il sesso maschile: essendo potenzialmente pericolosa ed invalidante, necessita di un pronto trattamento. Ne abbiamo parlato con il dott. Valentino Prandini, medico chirurgo, primario del reparto di Chirurgia dell’Ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere e specialista attivo presso il Centro San Francesco.

Dottore, come ci si accorge di avere un’ernia?
Solitamente cominciano dei fastidi in sede inguinale, crurale o ombelicale, oppure si nota un rigonfiamento che va e viene, soprattutto durante gli sforzi ed in posizione eretta.

Si tratta di disturbi così frequenti?
Ad oggi sono più di centomila gli interventi annui per ernia inguinale in Italia. Il mondo di oggi sempre più sedentario, la tendenza all’obesità, la prolungata spettanza di vita, l’alimentazione e simili sono fattori che hanno contribuito all’incremento di questa patologia.

Quali sono i rischi connessi ad un’ernia?
Sicuramente il rischio più grande è quello che si intasi o si strozzi, un evento abbastanza remoto per le ernie inguinali, più frequente nelle crurali o ombelicali. In questo caso il dolore in sede diventa importante e progressivo e si associa a nausea o vomito. Fino a circa trent’anni fa non c’era alternativa all’intervento tradizionale, mentre, più di recente, la diffusione della laparoscopia ha rivoluzionato il modo di correggere il difetto erniario, proponendo un diverso approccio al problema. La correzione per l’ernia inguinale o crurale non avviene più dall’esterno come in precedenza, ma dall’interno, con notevoli vantaggi sia dal punto di vista estetico che dell’efficacia dell’intervento, tanto che il paziente viene dimesso il giorno stesso e può tornare sin da subito, con le dovute cautele, alle proprie attività quotidiane.

Come comportarsi, dunque, per iniziare il processo di cura?
Su iniziativa del medico curante o direttamente dello specialista, il paziente candidato all’intervento viene adeguatamente informato sulle possibili opzioni chirurgiche e, se opportuno, viene avviato l’iter pre-operatorio. Di norma, con differenze a seconda delle esigenze, l’operazione consiste nel posizionamento di una rete in polipropilene all’interno dell’addome senza eseguire incisioni in regione inguinale, ma attraverso tre fori, dei quali due microscopici che non verranno nemmeno suturati, ed uno periombelicale di circa 1 cm attraverso il quale viene introdotta la protesi.

Per maggiori informazioni, il centro San Francesco e i suoi specialisti vi attendono ad Orzinuovi in via Giacomo Puccini, n. 20/24.
Tel. 030943269

Leonardo Binda