Sabato 17 aprile, il sindaco, il consigliere delegato all’Istruzione e l’assessore alla Cultura del Comune di Pompiano hanno consegnato alla scuola secondaria di primo grado Don Giovanni Papa un personal computer, espressamente dedicato al funzionamento e alla gestione della stampante 3D di cui dispone la scuola.
Per chi non la conoscesse, ricordiamo che la stampante 3D è un dispositivo che ha trovato sempre più applicazioni in numerosi settori; dalla medicina alla biotecnologia, passando per l’industria, la ricerca e la progettazione.
Ultimamente, però, le stampanti 3D si sono rivelate, e si stanno rivelando, molto utili anche nella didattica, soprattutto in ambito laboratoriale.
Prospettiva, questa, di cui i nostri ragazzi hanno sempre più bisogno (ne fanno fede le linee guida didattiche nazionali, che puntano sempre di più sulla «laboratorialità» (termine che fa schifo, ma che rende bene l’idea).
E ne hanno bisogno soprattutto ora, visto che, a causa del Covid, i nostri ragazzi hanno vissuto un anno da «reclusi» nelle loro camerette, davanti allo schermo del computer.
A proposito delle stampanti, vale la pena di ripercorrere la storia che ha portato alla loro realizzazione.
Ovviamente tutto è iniziato dalle stampanti «normali», il cui utilizzo risale agli albori dell’informatica.
In quel periodo, i computer restituivano i dati grazie a nastri perforati e stampe su carta. In pratica, in quel periodo (siamo negli anni ’80) si utilizzava la cosiddetta «tecnologia ad impatto», già sviluppata per le macchine da scrivere.
Contemporaneamente, però, anzi, in verità qualche anno prima, la Casio aveva iniziato a sviluppare la tecnologia a getto di inchiostro piezoelettrica.
Più o meno nello stesso periodo si iniziava a sviluppare la tecnologia laser: le prime macchine erano molto costose, complesse ed ingombranti, ma via via divennero sempre più simili alle nostre attuali: piccole, facili da utilizzare e, soprattutto, poco costose.
Ma qui siamo ancora alle stampanti «normali», cioè prima delle 3D, cioè quando i designer e gli artisti vivevano in un mondo bidimensionale, creando i loro progetti su carta.
Quando occorreva un modello 3D, i progettisti dovevano costruirlo assemblando più parti o ricavandolo da solidi grezzi.
La costruzione di questi modelli, noti anche come prototipi, era molto costosa in termini di tempo e di risorse finanziarie.
Anche per questo i nostri cervelloni hanno sviluppato la stampante 3D, che consente di realizzare oggetti, per l’appunto in 3 dimensioni.
Oggetti, insomma, reali.
Per chiudere il discorso, ricordiamo che la fornitura del computer associato alla stampante 3D si aggiunge ai 26 tablet donati alla scuola per lo svolgimento delle verifiche in modalità digitale. L’amministrazione comunale di Pompiano, infatti, è impegnata a sostenere la scuola nel processo di informatizzazione, indispensabile allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti.
MTM