Mercoledì 13 aprile, primo giorno delle vacanze di Pasqua, tutti gli insegnanti della Sacra Famiglia si sono ritrovati per un momento di formazione condivisa avente per oggetto «Gli strumenti per l’autovalutazione degli alunni».

In continuità con la direzione portata avanti dalla “pedagogia del gratuito” che ha visto la nostra scuola primaria abbandonare da anni l’idea dei voti per una valutazione descrittiva degli apprendimenti, i docenti della Sacra Famiglia stanno riflettendo su come sia possibile rendere gli studenti sempre più consapevoli dei propri apprendimenti utilizzando in modo diffuso pratiche autovalutative.

Entrata di diritto nella scuola italiana con il D.Lgs n° 62/2017, l’autovalutazione si connota come un processo riflessivo utile a ciascun alunno per rendersi conto delle proprie potenzialità e dei propri limiti, per dosare le proprie risorse in relazione ai diversi scopi, per sviluppare un pensiero metacognitivo capace di farsi sempre più consapevole e critico rispetto alle proprie prestazioni.

  • Come ho svolto il compito che mi è stato assegnato?
  • Avrei potuto ottenere risultati migliori? e come?
  • Quali errori devo ancora imparare a tenere sotto controllo?
  • E come posso ripartire puntando al miglioramento?

Queste alcune delle domande che gli alunni imparano a farsi compilando gli strumenti che gli insegnanti hanno predisposto per loro e che puntano l’attenzione sui risultati scolastici ma anche sui comportamenti che spesso i ragazzi fanno fatica a controllare.

Durante la giornata di formazione, gli insegnanti della scuola dell’Infanzia, della Primaria e della Secondaria hanno illustrato le pratiche autovalutative già in atto nei diversi ordini di scuola per poi riunirsi in gruppi verticali. Nei gruppi si sono confrontati sulle opportunità che esse offrono e di come sia possibile implementarle in continuità per intercettare i bisogni degli alunni nelle diverse età e nelle diverse situazioni.

Attenzione agli aspetti emotivi nella scuola dell’infanzia dove il fatto di «che cosa mi porto a casa oggi di bello» o più semplicemente «questa attività mi è piaciuta» restituisce ai più piccoli la soddisfazione, il piacere ma anche l’interiorizzazione della scoperta effettuata. Coinvolgimento in riflessioni più articolate alla scuola Primaria dove i bambini e le bambine esprimono su di sé giudizi più approfonditi che tengono conto della diversità dei compiti, delle situazioni e delle età degli alunni. Alla scuola Secondaria, dove aumenta la capacità di riflessione critica degli studenti, va però considerata la diminuita disponibilità dei preadolescenti nel descriversi e nel mettersi in discussione; in questo caso gli insegnanti devono offrire situazioni di autovalutazione più legate a modalità specifiche e personalizzate cercando di catturare la curiosità e il coinvolgimento degli studenti.

I docenti della Primaria nell’Ordinanza MIUR del 2020 che abolisce i voti per sostituirli con giudizi descrittivi hanno trovato la conferma delle direzioni educative già assunte in passato; per questo, hanno potuto presentare una pluralità di strumenti, messi a punto negli anni della “pedagogia del gratuito” ma che oggi si rivelano attuali ed efficaci. Infatti i bambini e le bambine si avvalgono abitualmente di diversi dispositivi per raccontare se stessi e riflettere sulla propria interiorità; addirittura hanno costruito con le insegnanti il profilo del “bravo studente” al quale si rapportano periodicamente e con il quale, a fine quadrimestre, hanno sostenuto un confronto con le docenti discutendo con loro le ragioni e le modalità per migliorarsi. E i giudizi espressi su se stessi spesso coincidevano con le valutazioni espresse dalle insegnanti.

Se utilizzati in modo pervasivo infatti i momenti e gli strumenti di autovalutazione hanno un valore di efficacia molto elevato nella maturazione di una coscienza di sè; permettono agli alunni di promuovere una propria “teoria della mente” che li aiuta a comprendere meglio se stessi ma anche gli altri, di sviluppare senso di responsabilità rispetto ai problemi da risolvere e di sentirsi capaci, anche dopo un insuccesso, di rialzarsi e di continuare a provare.

L’autovalutazione vale naturalmente anche per gli insegnanti che, ricevendo dei feedback dai propri studenti, possono fare un esame critico del proprio modo di insegnare. Ma l’autovalutazione vale per ciascuno di noi. Nella quotidianità della vita abbiamo infatti mille occasioni da cogliere per continuare a guardarci dentro e a migliorare noi stessi.prof.ssa Luciana Ferraboschi