È bastato un piccolo acquazzone per far tornare alla ribalta il tema, tanto discusso e mai risolto, del parcheggio di fronte all’ex ASL dell’ospedale locale: un’area, costellata da voragini e buche pericolose, capace di trasformarsi, ad ogni temporale, in un lago sempre più ampio che i disagi dei cittadini e le promesse di ristrutturazione mai concretizzate non fanno che alimentare. A monte dei tanti progetti ipotizzati per ripristinarne l’agibilità, infatti, vi sono anni e anni di rimbalzi continui sulle responsabilità del suo degrado, confusioni sulle competenze, tantissimi scaricabarile sugli enti che dovrebbero pagarne la sua manutenzione e un fiume di promesse puntualmente disattese. Ad occuparsi per prima della problematica era stata, oltre 10 anni fa, Elena Zanola, che, in veste di Sindaco, aveva cercato un accordo tra Comune, ospedale e l’allora ATS, accordo che però non era andato a buon fine. La “patata bollente” era poi passata nel 2014 a Mario Fraccaro, che aveva risposto di non poter agire in quanto l’area era  di proprietà esclusiva dell’ospedale; questo ultimo, però, riferiva come la competenza del parcheggio non fosse più del nosocomio locale (che però lo concedeva agli organizzatori dei concerti al PalaGeorge percependone anche una parte degli introiti) ma fosse passata all’ASST del Garda, il cui allora direttore generale, Dottor Peter Assemberg, in una email datata  febbraio 2018, di contro, replicava: «Pur non essendo il parcheggio di proprietà di ASST Garda stiamo ragionando insieme a ASST Spedali Civili e Comune di Montichiari per trovare le modalità più idonee a risolvere la criticità». Insomma, una gran confusione non solo su chi dovesse fare cosa ma persino su come individuare di chi fosse con certezza la responsabilità dell’area, un problema annoso che era stato sottoposto persino all’assessore regionale della Sanità Giulio Gallera. Questo ultimo, nel maggio del 2019, in piena campagna per le Amministrative, aveva effettuato un sopralluogo in loco accompagnato dalla consigliera regionale di Forza Italia Claudia Carzeri, promettendo che, qualora il candidato di centrodestra, Marco Togni, fosse stato eletto, sarebbe stato aperto un tavolo tra le parti per risolvere il tutto, trovare un’equa condivisione dei costi e partire con la ristrutturazione che sarebbe avvenuta entro il 2022. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il mare e, se, peggio ancora, nel mezzo ci casca pure una pandemia risulta facilmente comprensibile quanto le priorità di tutti siano potute cambiare. Sul parcheggio “gruviera” era così calato nuovamente il silenzio, rotto solo da una piccola rimessa in sesto, sollecitata dall’ormai Sindaco Marco Togni, da parte della direzione ospedaliera dopo le numerose lamentele degli utenti in occasione della riapertura dell’ospedale ormai covid free. Ultima puntata dell’interminabile “Soap Opera” è stata nei giorni scorsi una dichiarazione del consigliere Claudia Carzeri rilasciata in occasione del convegno dedicato al Welfare, organizzato da Garda Vita e BCC del Garda al Gardaforum e che ha visto la presenza anche di Letizia Moratti, assessore al Welfare di Regione Lombardia. Carzeri ha dichiarato che a Montichiari, dove attualmente si trova l’Ats, sorgerà una Casa di comunità e tutta l’area, parcheggio compreso, verrà finalmente riqualificata. «Ringrazio il dottor Alparone, direttore generale di Asst del Garda, che mi ha ascoltata – ha riferito Carzeri – Con lui abbiamo chiesto che venisse finanziata non solo la Casa della comunità ma anche la riqualificazione del parcheggio il cui costo ipotizzabile sarà di  800mila euro a carico di Regione Lombardia». Ci si augura che questo ultimo impegno, preso peraltro pubblicamente, possa veramente essere quello risolutivo, perché nel lago del parcheggio rischiano di sprofondare non solo tutti i tentativi di ristrutturazione  che si sono progettati dal 2009 ad oggi ma la fiducia stessa dei cittadini nei confronti della politica.

Marzia Borzi