Si è chiusa con una mostra omaggio a Aldo Giacinto Biancardi la stagione culturale di Caleidoscopio, l’associazione monteclarense guidata dalla presidente Lidia Morè che anima la Galleria Civica in via Trieste. Una personale interessante quella dedicata al noto medico anestesista dell’ospedale locale, che in molti monteclarensi ricordano per aver rivestito anche i ruoli di assessore e consigliere comunale e presidente della Biblioteca Treccani degli Alfieri ma il cui talento artistico era sconosciuto ai più. A volere la mostra nel primo anno dalla scomparsa di Biancardi la sua famiglia e in particolare il figlio Luca, che ha curato il libretto monografico donato a tutti gli intervenuti all’inaugurazione e che contiene anche alcune poesie di Biancardi scelte da Federico Migliorati e gli interventi di Monsignor Abate don Cesare Cancarini, di Ezio Soldini, di Giovanni Zangobbi e delle figlie Elena e Laura. «Una vita spesa per gli altri; una scelta professionale, quella del medico anestesista, volta all’aiuto del prossimo, alla cura dell’uomo nel suo momento più difficile ove si palesano le fragilità, le paure, i dubbi – ha affermato Morè curatrice dell’evento – Questa sua predisposizione traspare chiaramente e appassionatamente nelle opere. Lo sguardo artistico si rivolge a quella parte di società più difficile vittima di ingiustizie, discriminazioni e abbandoni perché forte è il suo interesse rivolto ai più deboli ed indifesi. Le varie sensibilità di Giacinto si esprimono ampiamente anche in altre opere rappresentative della sfera più morbida e intima. I molti ritratti della famiglia tanto amata, i suoi vasi con fiori recisi di ogni specie che rivelano un animo gentile e, poi, i suoi paesaggi. I luoghi del cuore che amava fissare sulla tela perché speciali, ai quali ritornava durante i periodi di vacanza. Momenti di riposo dagli affanni nella ritrovata quiete dell’anima, nella quale recupera il tempo delle riflessioni più profonde, una ricerca rivolta alla parte più spirituale, a quella necessità di trascendenza che è insita nell’animo umano. Necessità che Aldo rivela e dichiara nelle sue opere a tema religioso nelle quali spesso è rappresentata la Croce, il Cristo, baluardo salvifico che ci affranca dal male e dal dolore. Biancardi si è donato senza infingimenti, leggendosi dentro con sincerità e senza paura e i suoi quadri sono qui a dimostrarlo e a regalare a tutti i suoi valori e le sue passioni». «Oggi, 14 giugno, primo anniversario della morte di papà, poteva essere per noi solo una giornata di dolore e tristezza – ha concluso il figlio Luca – E invece si è trasformata in una giornata piena di gioia. La gioia di condividere con la Comunità ciò che è stato Aldo attraverso le sue opere. È bello accorgersi quanto una morte possa diventare generativa di vita, di gioia, di bellezza solo se ci si rende disponibili ad assecondare la chiamata del Signore e ci si dà da fare con tutto se stessi perché lo diventi.» Alla mostra sono intervenuti l’Assessore Regionale Claudia Carzeri, gli assessori Lanfranchi e Varone.

Marzia Borzi