Una storia diventa un mito quando riesce a essere vitale in ogni epoca, luogo e linguaggio. Per l’appunto, s’intitolava “Della Natura: Mythos” la mostra artistica di Lorenzo Piovani e Luigi “Bigiai” Viviani. È stata aperta al Bar Simposio di Manerbio dal 17 al 21 maggio 2025. Contemporaneamente, nel giardinetto del locale, era attivo il “Bazar Bizzarro”: un mercatino di fantasiosa bigiotteria, segnalibri e altre sfiziose chicche, per raccogliere fondi a favore dell’associazione “Comitato Nour Ama e Cambia il Mondo”. Così la creatività manerbiese, una volta di più, incontrava i progetti umanitari.
I due artisti avevano creato vortici di linee su sfondi dai colori vivaci. Ogni forma era volutamente astratta e non riconducibile a qualcosa di reale. Proprio questo permetteva alla mente di riconoscere le figure di Centauri, guerrieri, Minotauri e qualsiasi fusione tra immagini umane e “altro”. Più familiare era una variopinta scultura a forma di cavallo: il suo nome era proprio “Mythos” ed era un’allusione a Pegaso.
La fantasia coinvolgeva anche elementi d’arredo. Tre lampade dai paralumi colorati lasciavano pendere alcuni fili al modo delle fronde di rampicanti, come se si fossero trasformate in piante. Una torre di rosse tazze, teiere e piattini omaggiava Dioniso, il dio delle buone bevute.
Tra i dipinti, alcuni intrecci di linee astratte simulavano esotiche ballerine. Una coppa scoppiava come se fosse il corno dell’abbondanza. Una figura apparentemente
femminile reggeva un piatto di bilancia, come se fosse l’allegoria della Giustizia. Da una grande testa, si allungavano arti irreali. Un Perseo-manichino reggeva la testa di una Medusa alquanto felina.
Da segnalare era un grande collage di ritagli di riviste e impronte di vernice, i cui strappi rivelavano dipinti di Botticelli e Caravaggio. “I grandi miti narrati dall’arte si manifestano anche nella chiassosità quotidiana” sembrava dire.
Questi sono solo esempi della favolosa varietà di forme partorite dai due artisti. Del resto, il mito muta sempre… e non muore mai.