Ermanno Manenti non è solo uno dei portacolori del Gruppo Sportivo Dimmidisì Cycling Team, ma un uomo (verrebbe da aggiungere con la U maiuscola) la cui storia merita davvero di essere conosciuta. Un racconto che coinvolge tra di loro diversi aspetti della vita e che lui, che ad agosto taglierà il traguardo dei 61 anni, ha sempre affrontato con la stessa grinta e l’identica determinazione che lo contraddistinguono quando è in sella alla sua amata bicicletta. Un “percorso” che, anche per rimanere nello spazio a disposizione, prende il via dalla grande passione che ha sempre legato Manenti al ciclismo sin dalla più giovane età. Un rapporto che sembrava indissolubile, ma che, ad un certo punto, ha rischiato seriamente di interrompersi nel modo più brusco: “All’età di 21 anni – ricorda Ermanno in tutta semplicità – ho avuto l’epatite B. Mi sono curato e il problema sembrava risolto, tanto che ho potuto proseguire con la mia vita e il mio lavoro e mi sono fatto una famiglia. Negli anni, però, la questione si è complicata e sono passato attraverso l’epatite cronica e poi la cirrosi. Per farla breve, sono arrivato ad un punto che solo un trapianto di fegato avrebbe potuto salvarmi la vita. Non mi sono perso d’animo ed ho cercato di affrontare questa nuova, difficile prova con fiducia e serenità. Sono stato messo in lista d’attesa e il 4 gennaio del 2007 all’Ospedale di Pisa ho fatto l’intervento. Un intervento durato molte ore, che mi ha permesso di festeggiare quello che io adesso chiamo il mio secondo compleanno, visto che adesso faccio festa due volte all’anno, il giorno che ricorda la nascita e quello del trapianto”. Una sfida a dir poco difficile, che Ermanno Manenti ha affrontato e superato grazie anche alla sana tempra di sportivo che si è rivelata preziosa: “Il fatto di avere un fisico bene allenato mi ha aiutato molto nel cammino di recupero. Non solo sono stato dimesso solamente il venerdì della settimana seguente, ma ho potuto seguire le terapie che mi sono state prescritte per evitare un possibile rigetto nel migliore dei modi. Nonostante la necessità di dover fare affidamento su molteplici medicinali, il mio cammino per un graduale ritorno alla normalità è stato abbastanza spedito, tanto che, non troppo tempo dopo, ho deciso di riprendere in mano la mia bicicletta”. E proprio il ritorno a praticare lo sport preferito ha completato quello che si potrebbe definire il miracolo di Ermanno Manenti: “Nel 2009 – ricorda con gli occhi che ancora brillano – ho partecipato quasi per caso al Campionato Italiano per trapiantati. Sono arrivato terzo e da lì è partito tutto. Sono andato al Mondiale che si è svolto in Australia ed ho vinto. Una gioia indescrivibile, che, seppur ogni volta diversa, ho potuto riassaporare nel 2015 e nel 2017, quando ho vinto il Campionato del mondo prima in Argentina e poi in Spagna. Emozioni sempre uniche, che spero di poter rivivere in futuro”. Anche perché l’intenzione di Ermanno Ferrari è quella di far proseguire questo suo fantastico viaggio nel mondo del ciclismo e continuare a vincere la corsa della vita grazie al suo splendido spirito indomabile.                                   

Luca Marinoni